Mosaico

El Escorial, S.I.9

8. El Escorial, Biblioteca del Real Monasterio de San Lorenzo, S.I.9 sigla E2
I + 162 ff. membr.; mm. 371 x 212 (230 x 115)
foliazione: 12, 2-208, 214, 228, 232 + 1c
età: saecc. XII-XIV
origine: Italia (Bologna?)
provenienza: Bibl. del Conde-Duque de Olivarez
scrittura: --------------
testo: unica mano*
ornamentazione: Certamente prevista, la miniatura iniziale non è stata poi eseguita. Originale ed elegante il modo di riprodurre le prime due parole di ciascuna inscriptio intrecciandole fra loro (in rosso, talvolta anche in rosso e blu); rubriche e capilettera sempre in inchiostro rosso (e così pure le annotazioni che riproducono in margine le rubriche dei capitoli dei corrispondenti passaggi dell’Ep. Iul.). Piccoli disegni si incontrano a f. 10va (testina con espressione grottesca di commento alla nota Seniorum conversatione iuventutis educationem [inc. nero]), a f. 20ra (figura di uccello con testa di donna a rappresentare l’avarizia [in rosso]) e a f. 72ra (figura di rapace con la dicitura Quid sit falsitas [in nero]).
contenuto:
I. (ff. 1ra-2vb) Codicis Iustiniani fragmentum (= C. 4.19.21–4.20.19; C. 4.22.2–4.25.4) (sec. XII.1); Glossae anteaccursianae ad Codicem (sec. XII med.)
II. (ff. 3ra-138rb) Authenticum (sec. XII med.); Glossae anteaccursianae ad Authenticum (sec. XII.2)
III. (f. 138rb-138vd) Summula ‘Divinam voluntatem vocamus iustitiam’
IV. (ff. 139ra-161rb) Appendix novellarum extravagantium (sec. XIIex.-XIIIin.)
V. (f. 161rb-161vb) Frederici I imperatoris Leges Roncalliae (sec. XIIex.-XIIIin.)
VI. (f. 162r-v) Index rubricarum Authentici (saec. XIV?)
Bibliografia – Heimbach, p. liii nr. 90; Dolezalek, Repertorium Codicis, p. 190; Wallinga, Authenticum, pp. 49-51
***
Authenticum
Testo
inc.: IIn nomine domini nostri Iesu Christi. R/ De heredibus et falcidia. Consitutio prima. Si heres legata solvere noluerit. R/ Constitutio Imperatoris Iustiniani Augusti Iohanni prefecto secundo. <I>MPERATOR IUSTINIANUS. Occupatis nobis ... (Nov. 1.pr.)
expl.: ... per omnia custodiri provideat. (Nov. 123.ep)
nr. delle novv. presenti: 95
testo: completo, mancano tuttavia le Novv. 63, 110, 125
inscriptiones: presenti (le prime due parole, solitamente Imperator Iustinianus, sono riprodotte in modo da formare un ricamo in rosso talvolta in rosso e blu)
subscriptiones: presenti solo in qualche caso (es. nov. 8; 105)
collationes: indicate nel marg. sup. con inchiostro rosso probabilmente dalla stessa mano che ha riprodotto, sempre in rosso le rubriche delle singole novv., ornato le inscriptiones; accanto alla rubr. delle singole Novv. è pure indicato il nr. progressivo di ogni costituzione all’interno della collatio
extravagantes: è presente la Nov. 11 (nella IX collatio)
Nov. 8 completa di Notitia, Edictum e Iusiurandum
IX collatio: 118, 119, 120, 124, 131, 127, 159; 134, 86, 106, 132, 143, 128, 11, 123
Glosse
Si riconoscono almeno 4 mani di glosse. La mano più antica (E2r) caratterizzata dall’inchiostro più chiaro, dalla ‘s’ che scende sotto la riga, dalle maiuscole con svolazzi e dal segno di paragrafo con l’occhiello molto chiuso e l’angolo molto aperto. Questa mano è databile, secondo Dolezalek, agli anni 1150 o 1160. In vari casi le glosse di questa mano sono precedute dalla sigla ‘y’. Fra tali glosse si individuano anche alcuni estratti dalle Novelle contrassegnati dalle iniziali «CN». Come già segnalato da Dolezalek, il loro tenore coincide talvolta con le authenticae apposte da Irnerio al Codice. A questa medesima mano appartengono ancora numerosi notabilia e molte glosse interlineari, la maggior parte delle quali senza segno di par. Molto spesso le glosse sono chiuse dalla sigla ‘R.’. [uniche altre sigle sono la ‘y’ (un paio di volte) e la ‘m.’ (4 o 5volte)]
Da questa mano più antica si distingue – pure con molta difficoltà perché il colore dell’inchiostro è quasi identico a quello mano precedente – una seconda mano (E2’), anch’essa piuttosto antica. Essa riporta (o aggiunge) glosse che paiono appartenere all’apparato di Martino (in rari casi portano anche la sigla ‘m.’). E’ riconoscibile per la scrittura più compatta, la ‘s’ che non scende e il segno di par. che non manca mai. Se ad una prima impressione parrebbe difficile distinguerle, tuttavia sarà sufficiente fare il confronto sulla base della gl. ‘Falcidie non est locus’ riportata da entrambe le mani (al f. 3rb da E2’ e al f.4va da E2r (con ‘y’ premessa) – questa è anche una delle prove che E2’ ha lavorato successivamente a E2r). E’ la mano che riporta l’antico scolio iniziale.
La terza mano (E2a), professionale (segnalata come seconda da Dolezalek), riproduce l’apparato di Alberico. Le glosse, fra cui anche alcuni notabilia, sono molto leggibili e tutte (anche quelle nelle interlinee) caratterizzate da un segno di paragrafo con l’asta verticale dritta e l’occhiello panciuto e tutto laterale. Talvolta questa mano aggiunge la sigla a glosse della mano E2r.
Una quarta mano di glosse (E2az) restituisce lo strato azzoniano. È riconoscibilissima per l’inchiostro più scuro ed i caratteri più grandi.

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