Mosaico

München, 3509

15. München, Bayerische Staatsbibliothek, Clm 3509 (antea ius civ. 10, olim Aug. civ. 14) sigla M1
303 ff. membr.; mm. 340 x 220 ()
foliazione: 1-58, 64 (mano 1); 7-138, 146, 15-238 (mano 2); 244 (mano 3); 25-268, 274, 285 (mano 4); 29-3016, 314; 32-3612, 372
età: secc. XII – XIII
origine: Italia (?)
provenienza: Augsburg
scrittura:
testo: composito
ornamentazione: nelle Institutiones appare ricca e particolarmente curata. Notevole, soprattutto, l’uso di colori come il giallo, l’azzurro, il rosso e il rosa (molti disegni, presumibilmente anch’essi destinati ad essere colorati in questo modo, sono invece rimasti tali o ne sono state colorate solo alcune parti con l’inchiostro rosso). Tra questi disegni, ve ne sono alcuni particolarmente pregevoli raffiguranti scene di vita con uomini e animali in movimento. Le iniziali delle singole leggi sono anch’esse ornate e spesso variamente colorate mentre quelle dei paragrafi sono in inchiostro rosso come pure le rubriche.
Nell’Authenticum è soprattutto concentrata nella parte iniziale del testo e si sostanzia di figure prevalentemente zoomorfe disegnate a penna e prive di colorazione. I capilettera sono preceduti da segni di paragrafo in rosso e blu alternativamente. Ornati in blu e rosso anche i notabilia che assumono spesso forma triangolare. Le rubriche delle costituzioni, vergate da una mano differente da quella del testo, sono in inchiostro rosso
contenuto:
I. (ff. 1ra-44rb) Iustiniani Institutiones (sec. XII me.); glossae anteaccursianae ad Institutiones (sec. XII – XIII.1).
II. (f. 44rb/v) Exordia Institutionum duo (sec. XII me.)
III. (ff. 45ra-173va) Authenticum (sec. XII.1)
IV. (ff. 174ra-177va) Appendix Novellarum prima (sec. XII me.)
V. (ff. 178ra-199vb) Appendix Novellarum altera (sec. XIII.1)
VI. (ff. 203r-238r) Libri feudorum cum apparato Pillei Medicinensis (sec. XIII)
VII. (ff. 239ra-301vb) Tres Libri Codicis (sec. XIII)
Bibliografia – Heimbach, p. lvi-lxi nr. 95;
***
Authenticum
Testo
inc.: In nomine Domini nostri Iesu Christi amen. R/. De heredibus et falcidia. IMPERATOR IUSTINIANUS AA. Iohanni PP. secundo. Constitutio prima. <O>CCUPATIS NOBIS circa totius ... (Nov. 1)
expl.: ... ipsius animae. Dat. Kal. CP. BILIS. VIC. CS. (Nov. 3.ep.)
nr. delle novv. presenti: 97 (considerando anche le Novelle che occupavano le carte poi tagliate via)
testo: manca la Nov. 128
inscriptiones: quasi sempre presenti
subscriptiones: per lo più assenti
collationes: indicate (nel marg. sup.) da mano successiva e solo a partire dalla II collatio
extravagantes: Nov. 133
Nov. 8 mancano Notitia, Edictum e Iusiurandum
IX collatio: 18, 119, 124, 131, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 120, 127, 63, 133, 110, 123, 125, 3 (da quoniam non proprios del c. 1)
Glosse
Sui margini si riconoscono fitte catene di ‘segni rossi’ (qui però in inchiostro scuro) e numerose authenticae opera di mani differenti. Si individuano almeno quattro mani di glosse preaccursiane. Solo la prima e la quarta si rinvengono però lungo l’intero testo. La più frequente [M1] è quella che riporta quasi tutte le interlineari e molte marginali. È riconoscibile per l’inchiostro più scuro e lucido. Talvolta compare la sigla y (premessa ai ff. 46va, 52va), più spesso le sigle m. (a f. 133vb una glossa segnala una variante testuale presente in libro m[artini]), V., b. e Ia. Nel complesso le sigle sono piuttosto rare ma, dal confronto con gli altri mss. sembrerebbe trattarsi dell’apparato di Alberico.
La seconda mano [M1’] (riconoscibile per il ductus più sottile e ricercato) si trova talvolta nelle interlinee ma più spesso appone glosse marginali e notabilia. (es. f. 67va con sigla R.) Essa è in realtà più antica della precedente (in qualche occasione troviamo lo stesso notabile ripetuto quasi identico dalle due mani (es. f. 69rb, gl. ‘Breves lites’ [ed. infra p. ***]). Ad essa appartengono sicuramente anche alcune authenticae (ff. 63va, 64va). È probabile che queste glosse, molte delle quali attribuite negli altri testimoni all’esegesi di Martino, costituiscano uno stadio dell’apparato di Rogerio. Questa mano non compare nei margini della Nov. 90.
Una terza mano [M1” ] è invece riconoscibile per l’inchiostro leggermente più chiaro, tendente al marrone, e il caratteristico modo di scrivere la ‘s’ (con un occhiello superiore che finisce in una coda perpendicolare all’asta lunga). Si tratta quasi certamente della mano che ha tracciato la maggior parte dei ‘segni rossi’. Ad essa si devono glosse marginali e notabilia e glosse marginali (come la gl. ‘Falcidie non est locus’ a f. 46rb [ed. infra p. ***]) talvolta provviste di sigle (m. o sec. m. e in un caso la Y. premessa, spesso anche R.). Questa mano di glosse non compare sui margini della Nov. 17.
La quarta mano, immediatamente riconoscibile per il ductus più disordinato, è quella che reca l’apparato di Cipriano [M1cy] e che si riscontra anche nelle precedenti Institutiones e nella prima delle due appendici di Novelle. Talvolta integra o commenta le glosse della mano precedente (per esempio sostiene una opinione di ‘ugone’ contro quella di Martino oppure aggiunge l’attribuzione a una glossa precedete (f. 88ra gl. ‘Generaliter’: sec. m.) e poi prosegue contrapponendo una differente opinione (alii in omnes ... cy.). In più casi, segnala l’assenza di alcune Novelle (in partic. le Novv. 63, 133 e 110) dal Liber di Alberico con l’identica formula: (ff. 163ra, 163vb, 165vb: In auten. Alberici deest hec const.). Molto spesso viene allegato il Decretum, in qualche caso anche i Tres Libri. Nella Nov. 90 le glosse di questa mano prevalgono quantitativamente anche su quelle della mano M1. In un caso discute l’opinione di Martino (la glossa sarà poi ripresa da Azzone). L’impressione complessiva (anche a giudicare dal colore dell’inchiostro, talvolta più scuro e lucido, talvolta tendente al marrone) è che lo stesso scriba non abbia esaurito in un solo momento il suo lavoro ma che sia ritornato sullo stesso testo più volte aggiungendovi, man mano glosse ulteriori.

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