La scelta di studiare il manoscritto XVII.A.10 del Museo Nazionale di Praga è derivata, in non piccola parte, dal fatto che questo codice è impreziosito dal più esteso reticolo di glosse al Codex giustinianeo ascrivibili alla lezione di Roffredo Beneventano.
Le glosse, nella loro interezza, compongono un apparatus recollectus scritto da un allievo del maestro beneventano e quasi sicuramente facente riferimento a due diversi periodi della vita e dell'insegnamento di Roffredo: il primo periodo risale alla permanenza del giurista presso la corte di Feberico II, mentre il secondo è identificabile nella fase romana e pontificia.
Roffredo Epifani, detto Beneventano dal suo luogo d'origine, fu un grande avvocato ed insegnante di diritto, vissuto tra la fine del XII secolo e la metà del XII secolo. Studiò a Piacenza, sotto Carlo di Tocco, poi a Bologna, sotto Azzone ed Ugolino. A Bologna ebbe anche modo di insegnare, prima di spostarsi ad Arezzo, Pisa e Pistoia. Nel 1220 si recò a Napoli, presso la corte di Federico II; qui, contribuì presumibilmente alla fondazione dello Studium. Allontanatosi dal Regno, forse perchè non più fido all'imperatore, nel 1229 si trasferì a Roma, dove certamente esercitò la professione di avvocato. Nel 1241 circa fece ritorno alla sua città natale, ove morì, certo non prima del 1243.
Roffredo fu uno straordinario autore di libellistica processuale, come testimoniano le sue due opere maggiori: i Libelli iuris civilis, iniziati nel 1215-1218, ed i Libelli de iure canonico, successivi al 1234.
Per quanto riguarda il manoscritto pragense, esso è da tempo noto agli studiosi ed è citato, tra gli altri, da Savigny, che lo datava al 1230 circa, suggerendo una provenienza bolognese [F.C. Savigny, Geschichte des römischen Rechts im Mittelalter, V, Heidelberg, 1850; rist.anast. Bad Homburg, 1861, pp. 54, 108]. I due studi maggiori e più recenti sono di Miroslav Boháček [M. Boháček, "Puncta Codicis" v rukopisu XVII.A.10 Narodniho Musea v Praze ("Puncta Codicis" der Handschrift XVII.A.10 des Prager National-Museums), in «Studie o Rukopisech» 20 (1981), pp. 3-22] e di Manlio Bellomo [M. Bellomo, Intorno a Roffredo Beneventano: professore a Roma?, in M. Bellomo, Medioevo edito ed inedito, II, Profili di giuristi, Roma, 1998 (Collana I libri di Erice, 20), pp. 7-54, già in Scuole, diritto e società nel mezzogiorno medievale d'Italia, I, a cura di M. Bellomo, Catania, 1985, pp. 135-184; a questo studio ci si rifà per buona parte degli elementi inseriti in questo testo]. Boháček ritenne che il codice venne composto tra il 1231 ed il 1239, a Bologna, ove venne anche utilizzato, ma mancò di identificare alcuni elementi che permisero invece a Bellomo di rilevare la lezione di Roffredo, a partire dalle mani che redassero gli apparati di glosse.