300 pagine; perg.; 345x235; s. XIII med.; Italia (meridionale?)
Legatura settecentesca di pergamena su carta rigida (imm. b-d). Sul dorso (imm. a), dall’alto in basso: III (in rosso) / Z (sigla dello scaffale) / 266 / Commentaria Goffredi in Decreta/le / M - 8 / 197 (già mumero corrente nello scaffale Z). Dal notevole ingiallimento della p. 1 si deduce che il corpo del manoscritto rimase per lungo tempo senza legatura.
Pergamena non di prima qualità, con alcuni buchi (per es. p. 65/66, 201/202) e strappi ricuciti prima della scrittura.
I fascicoli sono solo occasionalmente riconoscibili a causa della strettissima legatura; sembra che si trattrasse prevalentemente di quinterni. Il primo (p. 1-20) e l’ultimo (p. 281-299) quinterno sono rinforzati con un striscia di pergamena, la prima delle quali con una riga in scrittura beneventana (non menzionato negli elenchi di V. Brown, del quale cf. ultimamente in: Medieval Studies 70, 2008, p. 275-355).
I fogli sono stati leggermente rifilati lungo tutti i margini, causando la perdita quasi totale dei richiami alla fine dei singoli fascicoli (minimi resti per es. alle p. 20b, 204b, 224b, 280b), mentre i testi delle correzioni nei margini esterni sono stati rifilati solo occasionalmente e comunque in modo non grave (per es. p. 80a, 81b)
Come in tutti i manoscritti cassinesi, sono numerati non i fogli, ma le pagine: 1-267 (268 saltato) 269-300 con inchiostro da una mano settecentesca; da p. 269 (della numerazione antica) in poi da una mano moderna con matita: 268, 269, 271, 273, 275, 277 ... 299, cioè solo i numeri dispari sulle pagine del recto.
Lo specchio di scrittura, che misura 263x167mm, diviso in due colonne, rimane identico per tutto il manoscritto e comprende invariabilmente 69 righe.
La scrittura, sicuramente di una sola mano altamente esperta, è una piccola textualis gotica, probabilmente della metà del s. XIII, insolitamente nitida e costante attraverso tutto il manoscritto. Pur senza pretese artistiche, il manoscritto si presenta come un ammirevole campione delle straodinarie capacità scrittorie del Duecento.
Per il trattamento dei titoli vedi l’apposito indice. La decorazione del testo è sobria e professionale: I libri (tranne il terzo) si aprono con una iniziale dell’altezza di 5 linee in blu e rosso, decorata con un modesto fleuronné; i titoli ed i capitoli cominciano senza distinzione con semplici iniziali (cosiddette lombarde), non integrati nel testo, alternando il rosso ed il blu con pochi fili o giri decorativi nel colore complementare. Solo la iniziale F(irmiter, p. 1b) è decorata con un fleuronnée un poco più elaborato. Nei testi dei singoli capitoli si riscontrano solo raramente dei segni di paragrafo, ugualmente in rosso e blu. I lemmata delle parole glossate sono sempre accuratamente sottolineati.
Note di possesso e segnature (in ordine cronologico):
- s. XIII: p. 300, al margine superiore, due righe ripetute, erase e sbiadite, leggibili solo con la lampada di Wood: Iste liber est presbiteri Johannis Anglici.
- s. XIV.1: p. la, 75a, 153a, 215a, 239a, nota ripetuta agli inizi dei cinque libri: Est liber ecclesie Cass. (si noti la forma beneventana della parola Est)
- s. XVex: p. 1, margine inferiore: Iste liber est sacri mon. Casinen. N° 398
- s. XIXin., foglio di guardia, della mano dell’archivista Ottavio Fraja Frangipane: sub l(ittera) (A canc. e sostituito con) Z .
Dall’aspetto paleografico del secondo di questi exlibris risulta che il manoscritto si trovava a partire della prima metà del s. XIV a Montecassino. Propongo come ipotesi che vi sia stato portato da Napoli da Nicolaus da Frattura († 1333), decretorum doctor, studente a Bologna e professore a Napoli, per il quale si veda B. D'Onorio, L'Expositio in Regulam S. Benedicti di Nicola da Frattura, Monastica IV, Miscellanea Cassinese 48, Montecassino 1984, p. 191-227, in particolare a p. 193f.
Bibliografia: Bibliotheca Casinensis seu codicum manuscriptorum qui in tabulario Casinensi asservantur series, vol. V.1, Montis Casini 1894, p. 20; M. Inguanez, Codicum Casinensium Manuscriptorum Catalogus II.1, Montis Casini 1928, p. 78; Bertram, Der Dekretalenapparat, p. 80; id., Nochmals, p. 646 e 653-658.