Solo tre codici superstiti contengono l’Arbor actionum nella redazione
originaria di Bassiano: si tratta del ms. 234 della Stiftsbibliothek di Admont (ff.
179v-180r), del ms. Jur. 23 della Staatsbibliothek di Bamberg (ff.1v-2r) e del ms. 921 della
Universitätsbibliothek di Lipsia (ff.187v-188r).
Tuttavia, solo il manoscritto di Admont presenta la tavola di sinistra
(posta sul verso del foglio) più grande di quella di destra (che si trova sul recto del
foglio successivo). Al contrario, nelle Arbores dei manoscritti di Bamberg e di Lipsia le
due tavole sono di identiche dimensioni, in quanto una parte della tavola di sinistra –
probabilmente per il motivo di un razionale ed equilibrato impiego dello spazio nei fogli
del manoscritto – è stata trascritta sulla pagina di destra, in modo da creare una simmetria
tra le due tabelle speculari nelle pagine del codice. Questa rappresentazione simmetrica
delle tavole è da considerare una indebita ed erronea iniziativa degli amanuensi successivi
(già Ponzio da Ylerda, commentando l’Arbor di Bassiano intorno agli anni 1213-17, rilevava
in ciò una imperfezione dovuta «tam processu temporis quam scriptorum vitio»), sicché si può
ragionevolmente congetturare che solo il codice di Admont costituisca, almeno dal punto di
vista della forma, un testimone affidabile del tipo di Arbor originariamente concepita da
Giovanni Bassiano. Esistono inoltre nel testo dei manoscritti di Bamberg e di Lipsia una
serie di lacune e di imperfezioni che fanno parte delle corruttele del modello lamentate da
Ponzio da Ylerda e che denunciano l’appartenza di quelle riproduzioni ad una famiglia di
manoscritti che, pur tramandando il testo concepito da Bassiano e non rielaborazioni
successive, contengono alterazioni ed omissioni tali da impedire la corretta utilizzazione
dello schema dell’Arbor. Ne consegue che solo il testo di Admont presenta fedelmente (nella
forma) e interamente (nel contenuto) la sistemazione bassianea: per questa ragione il
manoscritto di Admont può essere considerato, stando alle attuali conoscenze, il testimone
più vicino alla redazione originaria dell’Arbor.