La prima forma di classificazione – indispensabile per il funzionamento
della seconda, fondata sull’applicazione del criterio delle lettere e dei puntini – consiste
essenzialmente nell’elencazione di dodici distinctiones. Questa enumerazione è
prospettata come una classificazione completa e tassativa delle divisioni della materia
delle azioni, e a ciascuna distinctio è associata una lettera dell’alfabeto. Si
tratta delle distinctiones tra azioni pretorie e civili, tra azioni reali, personali
e miste, tra azioni reipersecutoriae, penali e miste, tra azioni in simplum, in
duplum, in triplum e in quadruplum, tra azioni bonae fidei e stricti
iuris, tra azioni perpetue e temporali, tra azioni «transitorie ad heredes» e no,
tra azioni infamanti e no, tra azioni dirette e utili, tra azioni dirette e contrarie, tra
azioni universali e singolari, tra azioni semplici e duplici.
Ci sono infine altre tre distinzioni (quelle tra azioni dative e
native, tra azioni «persecutorie solidi» e no, e tra azioni ex contractu, ex testamento,
in factum) che Bassiano dichiara di non ritenere degne di considerazione («Has tres
ultimas non laudo multum»), alle quali si aggiunge nelle redazioni successive dell’opera una
sedicesima e conclusiva distinctio (tra azioni arbitrarie e non arbitrarie). Tutte
queste ultime partizioni sistematiche della materia, pur menzionate nell’opera, furono di
fatto escluse dal meccanismo classificatorio dell'Arbor, che rimase sempre
rigorosamente limitato al numerus clausus delle prime dodici divisioni.
La lista delle prime dodici divisioni che contribuiscono effettivamente
al funzionamento dell’Arbor è dunque la seguente:
- a - Actionum omnium alie sunt pretorie, alie ciuiles.
- b - Actionum omnium alie sunt in rem, alie sunt in personam, alie mixte.
- c - Actionum omnium alie sunt rei persecutorie, alie pene, alie mixte, id est utriusque et rei et pene.
- d - Actionum omnium alie sunt in simplum, alie sunt in duplum, alie in triplum, alie in quadruplum.
- e - Actionum omnium alie bone fidei, alie stricti iuris.
- f - Actionum omnium alie perpetue, alie temporales.
- g - Actionum omnium alie sunt transitorie ad heredes, alie non.
- h - Actionum omnium alie infamant, alie non.
- i - Actionum omnium alie directe, alie utiles.
- k - Actionum omnium alie directe, alie contrarie.
- l - Actionum omnium alie uniuersales, alie singulares.
- m - Actionum omnium alie dicuntur simplices, alie duplices.
«Ioannes posuit solum arborem et divisiones»: la citazione in G. ROSSI, La ‘Summa
arboris actionum’ di Ponzio da Ylerda, Milano 1951 (Seminario giuridico della Università
di Bologna, 11), p.13.
La figura femminile è quasi completamente assente nei codici più antichi: solo nel ms.
Jur. 23 della Staatsbibliothek di Bamberg compaiono due braccia che si aprono a
sovrastare le due tavole.
Cfr. A. ERRERA, Arbor actionum. Genere letterario e forma di classificazione delle
azioni nella dottrina dei Glossatori, Bologna 1995 (Arichivio per la storia del diritto
medioevale e moderno, 1), pp. 279-316.
Cfr. E.M. MEIJERS, Sommes, lectures et commentaires (1100 à 1250), in Atti del
Congresso Internazionale di Diritto Romano (Bologna e Roma, 17-27 Aprile 1933), I, Pavia
1934, pp. 473-474, ora in Études d'histoire du droit, éd. R. FEENSTRA e H.F.W.D.
FISCHER, III, Leyde 1959, p. 244; G. OTTE, Dialektik und Jurisprudenz. Untersuchungen
zur Methode der Glossatoren, Frankfurt am Main 1971 (Ius commune: Sonderhefte, 1), p.
94.
Il passo di Dino del Mugello è citato da G. ROSSI, Per una edizione dell’ ‘Arbor
actionum’. Un ‘prologus’ di Giovanni de Deo e un gruppo di glosse di incerto autore, in
«Studi e memorie per la storia dell’Università di Bologna», 18 (1950), p. 39. Sotto il
profilo didattico e classificatorio, Ponzio da Ylerda (Summa arboris actionum,
prooemium; ed. G. ROSSI in La ‘Summa arboris actionum’ di Ponzio da Ylerda, Milano 1951
[Seminario giuridico della Università di Bologna, 11], p. 46 e p. 47 n. 57) scrisse che
la dottrina dell’Arbor actionum si sviluppa «evidenter et compendiose».
Nello stesso passo Ponzio (Summa arboris actionum, prooemium; ed. G. ROSSI in La ‘Summa
arboris actionum’ di Ponzio da Ylerda, Milano 1951 [Seminario giuridico della Università
di Bologna, 11], p. 54) osservava che ai suoi tempi si trovavano codici che «tot
habebant circulos ab uno latere quot ab alio, quod esse non debet cum multo plures sint
pretorie quam civiles».
Sui diversi tipi di glosse all’Arbor actionum e sul difficile problema della loro
attribuzione cfr. G. ROSSI, Per una edizione dell’ ‘Arbor actionum’. Un ‘prologus’ di
Giovanni de Deo e un gruppo di glosse di incerto autore, in «Studi e memorie per la
storia dell’Università di Bologna», 18 (1950), pp.43-52.
Cfr. A. ERRERA, Arbor actionum. Genere letterario e forma di classificazione delle
azioni nella dottrina dei Glossatori, Bologna 1995 (Arichivio per la storia del diritto
medioevale e moderno, 1), pp. 290-292.
Scrisse Roffredo Beneventano: «Videamus igitur qualiter libelli formantur in singulis
actionibus notatis in arbore domini Jo., quia omnes actiones, quae sunt in mundo, ibi
inveniuntur notate» (ROFFREDO BENEVENTANO, Libelli iuris civilis, tit. Qualiter libellus
sit concipiendus super qualibet actione, Avenione 1500, rist. anast. in Corpus
Glossatorum Juris Civilis, VI, Augustae Taurinorum 1968, p.15).
Le azioni pretorie sono 121, e quelle civili 48, per un totale di 169 azioni. Ne
consegue che non tutte le 180 caselle che compongono le due tavole dell’Arbor actionum
contengano il nome di una azione; alcune, al posto delle azioni, hanno all’interno delle
notulae esplicative (cfr. F.C. VON SAVIGNY, Storia del diritto romano nel Medio Evo,
trad.it. E. BOLLATI, II, Torino 1857 [rist. anast. Roma 1972], p. 156; G. OTTE,
Dialektik und Jurisprudenz. Untersuchungen zur Methode der Glossatoren, Frankfurt am
Main 1971 [Ius commune: Sonderhefte 1], p. 93).
Secondo la testimonianza di Dino del Mugello (Lectura super arbore actionum), Bassiano
si limitò a delineare questi tratti caratteristici fondamentali della struttura
classificatoria: «Ioannes posuit solum arborem et divisiones» (la citazione in G. ROSSI,
La ‘Summa arboris actionum’ di Ponzio da Ylerda, Milano 1951 [Seminario giuridico della
Università di Bologna, 11], p.13).
Questa glossa si legge pressoché identica nel ms. 234 della Stiftsbibliothek di Admont
(f. 180r) e nel ms. Jur. 23 della Staatsbibliothek di Bamberg (f. 2r). La glossa manca
invece nel ms. 921 della Universitätsbibliothek di Lipsia.
Sul meccanismo dell’Arbor actionum cfr. F.C. VON SAVIGNY, Storia del diritto romano nel
Medio Evo, trad.it. E. BOLLATI, II, Torino 1857 (rist. anast. Roma 1972), p. 156; G.
ROSSI, Per una edizione dell’ ‘Arbor actionum’. Un ‘prologus’ di Giovanni de Deo e un
gruppo di glosse di incerto autore, in «Studi e memorie per la storia dell’Università di
Bologna», 18 (1950), pp. 37-38; G. OTTE, Dialektik und Jurisprudenz. Untersuchungen zur
Methode der Glossatoren, Frankfurt am Main 1971 (Ius commune: Sonderhefte 1), p. 93; A.
ERRERA, Arbor actionum. Genere letterario e forma di classificazione delle azioni nella
dottrina dei Glossatori, Bologna 1995 (Arichivio per la storia del diritto medioevale e
moderno, 1), pp. 293-300.
Così si legge (con varianti di poco conto) nel ms. 234 della Stiftsbibliothek di Admont
(f. 180r) e nel ms. Jur. 23 della Staatsbibliothek di Bamberg (f. 2r). Il testo manca
nel ms. 921 della Universitätsbibliothek di Lipsia.
Erlangen, Universitätsbibliothek, ms. 374, f. 256v (su questa glossa cfr. ERRERA, Arbor
actionum…, pp. 121-124).
In realtà, la sistemazione classificatoria dell’Arbor actionum presuppone logicamente
la conoscenza da parte del lettore del significato di ciascuna distinctio, che nel
contesto dell’Arbor è semplicemente enunciata, e non spiegata; questa conoscenza doveva
pertanto essere attinta da altre opere sulle azioni. D’altronde, l’individuazione delle
caratteristiche di ciascuna distinctio delle azioni esula dalle finalità dell’Arbor
actionum. Questa forma di classificazione doveva essere infatti uno strumento pratico e
conciso, e perciò necessariamente scevro da ogni spiegazione o argomentazione teorica.
Ms. 234 della Stiftsbibliothek di Admont, f. 180r. Con lievi varianti lo stesso testo
si legge ms. Jur. 23 della Staatsbibliothek di Bamberg, f. 2r e nel ms. 921 della
Universitätsbibliothek di Lipsia, f. 187v.