Mosaico

Paris, BN 4429

20. Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 4521 B vol. II sigla P2 [msf 1138]
II + 155 + II ff. membr.; mm. 410 x 250;
età: secc. XII.2 - XIV
fascicolazione: 1-410, 58 (Tres L.), 6-1310, 146 (Auth.), 1510, 1610 (-1) (LL FF), 174 (-1) (Summa libellorum di BernardoDorna)
origine: Italia (Bologna)
provenienza: Francia meridionale: famiglia Matfred (f. 152vb e 155vb); dal 1682 J.-B. Colbert
decorazione: A causa dell’opera di rasura, rimane ben poco della decorazione originale che caratterizzava le parti romanistiche: ad essa appartenevano le usuali rubriche in rosso e i segni di paragrafo alternativamente in rosso e blu che ancora si riconoscono. Decisamente degna di nota è invece l’ornamentazione che fu apposta successivamente all’arrivo del codice nella Francia meridionale. Opera di un artista trecentesco sono le preziose miniature iniziali con gruppi di personaggi (sovrani, dignitari, alti prelati, soldati) in vari colori (blu, rosso, azzurro chiaro, giallo e rosa) che troviamo al principio di ciascuno dei Tres Libri Codicis (ff. 1ra, 13vb e 26vb), dell’Authenticum (f. 49ra) e dei Libri feudorum (f. 135ra). Le miniature, realizzate negli spazi appositamente predisposti (ma non utilizzati) al momento della composizione, appaiono inserite in una ricca combinazione di motivi vari che fa da cornice dello specchio di scrittura. Questo tipo di ornamentazione si mostra assai più presente nei Libri feudorum ove ritorna, oltre che nella miniatura iniziale, anche a ogni inizio di capitolo. Dove tuttavia il medesimo decoratore riesce a esprimere al meglio il suo vivido estro è soprattutto nelle ricorrenti e assai pregevoli figure discendenti (particolarmente frequenti nell’Authenticum), che traccia a penna con inchiostro rosso e blu a margine o tra le colonne del testo. Talvolta esse presentano fogge mostruose di animali ma spesso anche figure umane piuttosto originali
contenuto:
I. (ff. 1ra-44vb)Tres libri (sec. XII ex. o XIII); Glossae anteaccursianae ad Tres libros (erasae pleraque); Accursius, Apparatus ad Tres libros; additiones ad Accursium
II. (f. 45ra-b) Friderici imp. Authenticae “Habita” et “Quoniam divina preordinante clementia” (LL. FF. 2.27)
III. (ff. 45va-48vb) Quaestiones diversae (sec. XIV)
IV. (ff. 49ra-134ra) Authenticum (sec. XII.2); glossae anteaccursianae ad Authenticum; Accursius, Apparatus ad Authenticum; additiones ad Accursium
V. (f. 134v) Commentum ad LL. FF. I.* (sec. XIII)
VI. (ff. 135ra-152rb) Libri Feudorum (sec. XIV); Accursius, Apparatus ad Libros Feudorum; additiones ad Accursium
VII. (f. 152va-v) Commentaria
VIII. (ff. 153ra-154vb) Bernardus Dorna, Summa libellorum (sec. XIV)
IX. (f. 155r/v) Diffinitiones et commentaria de actionibus
Bibliografia - Heimbach, p. xlviii nr. 77; F. Avril – M. T. Gousset, Manuscrits enluminés d’origine Italienne, 2, Paris 1984, pp. 73-74 n. 87; Conte, Tres Libri, p. 136.
***
Authenticum
Testo
inc.: Incipiunt constitutiones eiusdem novellarum legis aut codicis. Imperator Iustinianus a<ugustus> b. p<raefecto> p<raetorio> secundi. Si heres legata solvere noluerit. De heredibus et falci<dia>. Occupatis nobis ... (Nov. 1.pr.)
expl.: ... per omnia custodiri provideat (Nov. 123.ep.)
nr. delle novv. presenti: 92 effettive (ma v. infra)
codice: si è perso un fascicolo contenente secondo ogni probabilità la fine della Nov. 7 (che si interrompe a f. 58vb alle parole omnino perimimus. Set ... del c. ***) e le Novv. 8, 9, 10, 12, 14 e l’inizio della Nov. 15 (che si ricomincia a f. 59ra dalle parole etas et omni etas in iustitia vindicarent). Mancano inoltre le Novv. 63, 110, 125
inscriptiones: presenti (ma quasi sempre in forma contratta)
subscriptiones: assenti
collationes: indicate nel marg. sup.
extravagantes: la sola Nov. 11 inserita come penultima nella IX collatio
Nov. 8 era nel fascicolo caduto
IX collatio: 118, 119, 120, 125, 124, 131, 128, 127, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 11, 123.
Glosse
Nella Nov. 1 una trentina di interlineari alcune recanti le sigle m. R. e al. Vi sono pure interlineari di altra mano (quella delle additiones ed in particolare di quelle di Iacopo da Belvisio).
Molto poche anche le interlineari nella nov. 17. Parecchie recano però la sigla az (e non ac. come vorrebbe Heimbach). Ciò contrasta con l’impressione sinora ricavata che l’apparato preaccursiano fosse quello di Rogerio-Alberico ma potrebbe anche darsi che questo apparato sia stato successivamente aggiornato con quello azzoniano.
Per la Nov.90 nulla da aggiungere. In conclusione la parentela più fondata sembra essere quella con i mss. recanti l’apparato azzoniano. A f. 95v si individuano glosse siglate: cy. al. e aç

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