Le rubriche in rosso sono state inserite evidentemente in un secondo tempo, ma probabilmente dallo stesso scrittore del testo, che ha sperimentato due modi per preparare questa seconda fase del suo lavoro. Spesso, soprattutto nel corso del primo e del secondo libro, troviamo nei margini le tracce, più o meno raschiate, di annotazioni per pro-memoria delle parole dei titoli, esattamente accanto al rispettivo posto dove furono poi inserite in rosso (cf. per es. p. 2b: tit. 1.2; p. 15a: tit. 1.5; p. 17a: tit. 1.6 e così via). Raramente, invece, nel corso del secondo e del terzo libro, le istruzioni per le rubriche sono state annotate ai margini inferiori, con un segno di rinvio al rispettivo posto nel testo; un chiaro esempio di questo modo si può osservare a p. 121 per il titolo 2.24, mentre in altri luoghi le istruzioni di questo tipo sembrano essere rifilate. Per quanto sia evidente la diversità fra questi due modi di predisporre i promemoria per le rubriche, non credo che essi siano riconducibili a due scrittori diversi per il testo principale; al contrario non posso che ripetere che né nel testo di base né nelle rubriche risultano indizi contro l’ipotesi di un’unica mano per tutta l’opera (tranne i minimi interventi posteriori).
Del resto, qualche volta l’amanuense, trascrivendo il testo in nero, non vi ha lasciato lo spazio effettivamente necessario per l’inserimento posteriore dei titoli. Perciò alcuni di essi sono stati aggiunti fuori testo (p. 32b: tit. 1.8; p. 172b: tit. 3.18; p. 283b: tit. 5.35), mentre tre mancano del tutto (p. 72b: tit. 1.43; p. 268a: tit. 5.20; p. 273a: tit. 5.29) e due altri sono stati eseguiti evidentemente da un'altra mano (p. 72a: tit. 1.42; 269b: tit. 5.21).
Comunque queste osservazioni non riguardano in nessun modo il valore generale delle rubriche e tanto meno la funzione pratica del presente indice concepito soprattutto come strumento di lavoro per orientarsi nel manoscritto e per ritrovare più facilmente un determinato luogo nel commento.