Mosaico

Paris, BN, lat. 4429

19. Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 4429 sigla P1
189 ff. membr. (numerati 188); mm. 395 x 235 (Libri feudorum: mm. 370 x 230)
foliazione: 1-210, 3-48, 1c, 1c (Institutiones); 5-1110 (al fasc. 9 manca una carta), 128, 136 (Authenticum); 142 (Nov. 128); 1510, 1612 (Libri feudorum); 17-1910, 208, 216 (Tres Libri)
età: secc. XIII – XIV
origine: Italia; Francia
provenienza: Galizia (f. 188vb: Lo volummo fo de la galiaça); 1452, Bibl. aragonese di Napoli; 1518, Francia, Blois, Bibl. del Castello
scrittura:
testo: miscellaneo
ornamentazione: Institutiones: La decorazione appare quella consueta dei manoscritti giuridici di questa età: le rubriche sono in rosso, i segni di paragrafo e i capilettera alternativamente in rosso e blu, le due prime parole di ogni libro sono formate da lettere capitali intrecciate anch’esse in rosso e blu. La grande ‘I’ iniziale e le prime lettere iniziali di ciascuno dei successivi tre libri avrebbero dovuto essere miniate ma il lavoro non è stato eseguito. Authenticum: La decorazione è qui leggermente più ricca: le rubriche sono in rosso, in rosso e blu alternativamente sono invece le ‘I’ iniziali delle inscriptiones che scendono lungo la colonna intrecciando ricorrenti motivi geometrici, i segni di paragrafo e, sui margini, le indicazioni della collocazione numerica delle costituzioni all’interno delle collationes e le lettere iniziali dei notabilia.
contenuto:
I. (ff. 1ra-38vb) Institutiones (mano 1, sec. XIII.1 Italia)
II. (ff. 39ra-121vb) Authenticum (mano 2, sec. XIII.1 Italia)
III. (ff. 122ra-123vb) Nov. 128 De collatoribus (mano 3, sec. XIV Francia)
IV. (ff. 124ra-145vb) Libri feudorum (mano 4, sec. XIV Francia ?)
V. (ff. 146ra-188rb in realtà 189) Tres Libri Codicis (mano 5, sec. XIII.1)
Bibliografia - (mano 5, sec. XIII.1)
***
Authenticum
Testo
inc.: In nomine domini nostri Iesu Christi. R/. De heredibus et falcidia et Si heres legata solvere noluerit. Consitutio .i. Constitutio ipsius Iustiniani A<ugusti>. Iohanni p<raefecto> p<raetorio> ii. OCCUPATIS <nobis> Circa ... (Nov. 1.pr.)
expl.: .... per omnia custodiri provideat. (Nov. 123.ep.)
nr. delle novv. presenti: 99 (non considerando l’Edictum VIII di cui figura solo l’inizio)
testo: assenti le Novv. 63, 110 e 128; la Nov. 3 si interrompe anticipatamente (c. 1.pr.)
inscriptiones: presenti ma in forma spesso abbreviata
subscriptiones: quasi sempre omesse
collationes: sono indicate regolarmente sul margine superiore e anche le singole Novelle portano a margine della rubrica il rispettivo numero all’interno della collatio
extravagantes: presenti al loro posto le Novv. 11 e 13 e poi le Novv. 133, 147 e 59 (inserite in sequenza, unitamente al solo inizio dell’Ed. VIII, nella IX collatio)
Nov. 8 completa di Notitia, Edictum e Iusiurandum
IX collatio: 118, 119, 120, 124, 131, 127, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 133, 147, 59, Ed. VIII (solo le prime parole della praef. sino a «eorum que postea facta est»), 125, 123
Glosse
Come nel caso delle precedenti Institutiones, la Glossa ordinaria è stata apposta rispettando, fin dove possibile, il precedente apparato. Rispetto alle Insitutiones, tuttavia, la mano che ha ricopiato l’apparato accursiano è certo diversa e più tarda (sec. XIII ex.). Qualche ulteriore rasura fu effettuata anche al momento di inserire le additiones all’apparato accursiano. Queste ultime sono abbondanti e spesso sono chiuse dalle sigle di Iacopo da Belviso.
La mano che ha trascritto le rubriche del testo, e sempre in inchiostro rosso, ha copiato pure i titoli dei capitoli dell’Epitome Iuliani trascritti a margine dei corrispondenti passaggi.
Le glosse preaccursiane sono tutte di un’unica mano professionale la quale, molto probabilmente, copiava da un antigrafo in cui, oltre all’apparato di Rogerio/Alberico (cui appartenevano certamente le glosse con sigla R. o al. ma anche quelle, numerose, con le sigle dei quattro Dottori), si trovavano in gran copia anche glosse di Cipriano (notevole la vicinanza con lo strato M1cy. del monacense 3509 anche se non manca qualche variante significativa in particolare per ciò che riguarda le allegazioni). Non compaiono invece glosse azzoniane. Si nota pure un certo numero di glosse che non hanno altri testimoni.
20. Paris, Bibliothèque Nationale, lat. 4521 B vol. II sigla P2 [msf 1138]
II + 155 + II ff. membr.; mm. 410 x 250;
età: secc. XII.2 - XIV
fascicolazione: 1-410, 58 (Tres L.), 6-1310, 146 (Auth.), 1510, 1610 (-1) (LL FF), 174 (-1) (Summa libellorum di BernardoDorna)
origine: Italia (Bologna)
provenienza: Francia meridionale: famiglia Matfred (f. 152vb e 155vb); dal 1682 J.-B. Colbert
decorazione: A causa dell’opera di rasura, rimane ben poco della decorazione originale che caratterizzava le parti romanistiche: ad essa appartenevano le usuali rubriche in rosso e i segni di paragrafo alternativamente in rosso e blu che ancora si riconoscono. Decisamente degna di nota è invece l’ornamentazione che fu apposta successivamente all’arrivo del codice nella Francia meridionale. Opera di un artista trecentesco sono le preziose miniature iniziali con gruppi di personaggi (sovrani, dignitari, alti prelati, soldati) in vari colori (blu, rosso, azzurro chiaro, giallo e rosa) che troviamo al principio di ciascuno dei Tres Libri Codicis (ff. 1ra, 13vb e 26vb), dell’Authenticum (f. 49ra) e dei Libri feudorum (f. 135ra). Le miniature, realizzate negli spazi appositamente predisposti (ma non utilizzati) al momento della composizione, appaiono inserite in una ricca combinazione di motivi vari che fa da cornice dello specchio di scrittura. Questo tipo di ornamentazione si mostra assai più presente nei Libri feudorum ove ritorna, oltre che nella miniatura iniziale, anche a ogni inizio di capitolo. Dove tuttavia il medesimo decoratore riesce a esprimere al meglio il suo vivido estro è soprattutto nelle ricorrenti e assai pregevoli figure discendenti (particolarmente frequenti nell’Authenticum), che traccia a penna con inchiostro rosso e blu a margine o tra le colonne del testo. Talvolta esse presentano fogge mostruose di animali ma spesso anche figure umane piuttosto originali
contenuto:
I. (ff. 1ra-44vb)Tres libri (sec. XII ex. o XIII); Glossae anteaccursianae ad Tres libros (erasae pleraque); Accursius, Apparatus ad Tres libros; additiones ad Accursium
II. (f. 45ra-b) Friderici imp. Authenticae “Habita” et “Quoniam divina preordinante clementia” (LL. FF. 2.27)
III. (ff. 45va-48vb) Quaestiones diversae (sec. XIV)
IV. (ff. 49ra-134ra) Authenticum (sec. XII.2); glossae anteaccursianae ad Authenticum; Accursius, Apparatus ad Authenticum; additiones ad Accursium
V. (f. 134v) Commentum ad LL. FF. I.* (sec. XIII)
VI. (ff. 135ra-152rb) Libri Feudorum (sec. XIV); Accursius, Apparatus ad Libros Feudorum; additiones ad Accursium
VII. (f. 152va-v) Commentaria
VIII. (ff. 153ra-154vb) Bernardus Dorna, Summa libellorum (sec. XIV)
IX. (f. 155r/v) Diffinitiones et commentaria de actionibus
Bibliografia - Heimbach, p. xlviii nr. 77; F. Avril – M. T. Gousset, Manuscrits enluminés d’origine Italienne, 2, Paris 1984, pp. 73-74 n. 87; Conte, Tres Libri, p. 136.
***
Authenticum
Testo
inc.: Incipiunt constitutiones eiusdem novellarum legis aut codicis. Imperator Iustinianus a<ugustus> b. p<raefecto> p<raetorio> secundi. Si heres legata solvere noluerit. De heredibus et falci<dia>. Occupatis nobis ... (Nov. 1.pr.)
expl.: ... per omnia custodiri provideat (Nov. 123.ep.)
nr. delle novv. presenti: 92 effettive (ma v. infra)
codice: si è perso un fascicolo contenente secondo ogni probabilità la fine della Nov. 7 (che si interrompe a f. 58vb alle parole omnino perimimus. Set ... del c. ***) e le Novv. 8, 9, 10, 12, 14 e l’inizio della Nov. 15 (che si ricomincia a f. 59ra dalle parole etas et omni etas in iustitia vindicarent). Mancano inoltre le Novv. 63, 110, 125
inscriptiones: presenti (ma quasi sempre in forma contratta)
subscriptiones: assenti
collationes: indicate nel marg. sup.
extravagantes: la sola Nov. 11 inserita come penultima nella IX collatio
Nov. 8 era nel fascicolo caduto
IX collatio: 118, 119, 120, 125, 124, 131, 128, 127, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 11, 123.
Glosse
Nella Nov. 1 una trentina di interlineari alcune recanti le sigle m. R. e al. Vi sono pure interlineari di altra mano (quella delle additiones ed in particolare di quelle di Iacopo da Belvisio).
Molto poche anche le interlineari nella nov. 17. Parecchie recano però la sigla az (e non ac. come vorrebbe Heimbach). Ciò contrasta con l’impressione sinora ricavata che l’apparato preaccursiano fosse quello di Rogerio-Alberico ma potrebbe anche darsi che questo apparato sia stato successivamente aggiornato con quello azzoniano.
Per la Nov.90 nulla da aggiungere. In conclusione la parentela più fondata sembra essere quella con i mss. recanti l’apparato azzoniano. A f. 95v si individuano glosse siglate: cy. al. e aç
21. Paris, Bibliothèque National, lat. 16007 (antea Sorbonne 1042) sigla P3
99 ff. membr.; mm. 360 x 215
fascicolazione: 12, 1c. (ff. di guardia), 2-108, 112, 12-138, 146 (-1) (è caduta l’ultima carta), 1c (f. di guardia)
età: secc. XII.2
origine: Italia (Bologna)
provenienza: Guillelmus Stefanus (ex libris del XIII o XIV sec. a f. 1r); petro da monte lydovicus (f. 98v); Paris, Bibl. dalla Sorbona
scrittura: mano unica
testo: lacunoso
ornamentazione: piuttosto limitata. La miniatura corrispondente alla grande I di Imperator all’inizio dell’Authenticum non è stata effettuata. Le I maiuscole al principio di ogni costituzione si allungano sul lato della colonna trasformandosi spesso in ******. Sono colorate in rosso e blu e caratterizzare da motivi geometrici ricorrenti. Alternativamente in rosso e blu appaiono anche i segni di paragrafo e i capilettera. Compare anche qualche raro disegno, opera di successivi utilizzatori del codice, come quello alquanto approssimativo di un albero da frutto con grosso uccello (forse un pavone) in bilico su un ramo (f. 3r) o quello, in inchiostro nero e rosso, di un suonatore di strumento a corde che pare commentare ironicamente il notabile che si trova a fianco con la dicitura «Instrumentum veritatis» (f. 76rb)
contenuto:
I. (f. 1r/v) I f. di guardia: appunti sparsi (sec. XIII o XIV).
II. (f. 2v) II f. di guardia rubricae Institutionum (XIII sec.).
III. (f. 3v) y., b., R., p. e Ot.: regulae, diffinitiones, distinctiones, quaestiones, allegationes (sec. XII.me.)
IV. (ff. 4ra-98vb) Authenticum (sec. XII.2)
Bibliografia - Heimbach, p. li nr. 85
***
Authenticum
Testo
inc.: In nomine domini nostri Iesu Christi. Incipit liber constit<utionum> novellarum R/. De heredibus et falcidia. Const. i. <I>MPERATOR IUSTINIANUS Occupatis nobis ... (Nov. 1.pr.)
expl.: ... sceleris eius participium iu<bemus> (Nov. 123.43)
nr. delle novv. presenti: 80; la Nov. 85 (Coll. VI.13) è ripetuta una seconda volta nella IX collatio
testo: assenti le Novv. 63 e 110
inscriptiones: sempre presenti
subscriptiones: in genere assenti con l’eccezione delle Novv. 49, 60, 66, 71 (ove peraltro appaiono complete)
collationes: indicate in rosso nel marg. sup.
extravagantes: nessuna
Nov. 8 completa di Notitia, Edictum e Iusiurandum
IX collatio: (lac.) 127 (dalle parole moriens relinquat del c.1), 159, 86, 106, 132, 143, 128, 123 (sino alle parole sceleris eius participium iu<bemus> del cap.43)
Glosse
La rasura dei margini per far posto alla Glossa ordinaria fu eseguita in maniera assai accurata almeno sino al f. 59. Mentre però l’apparato accursiano è stato poi copiato solo sino a f. 35vb (cioè sino al termine del 5o fascicolo), le numerose additiones, apposte successivamente da più mani, proseguono invece sull’intero manoscritto. Tra queste, oltre a quelle particolarmente numerose di Iacopo da Belviso e Oldrado, vanno segnalate quelle di un certo Thomas (f. 22rb) e dei doctores che probabilmente sono quelli ‘tolosani’ (come sembra indicare l’abbreviazione «tolo.» che si legge a f. 22ra). Il Meijers segnalò la presenza su questo manoscritto anche di additiones del canonista trecentesco Gencelinus. Non mi è però stato possibile di ritrovarle.
Nonostante la rasura, rimangono tuttavia abbondanti tracce dei precedenti apparati. Oltre alle glosse interlineari e alle catene di “segni rossi” (cfr. f. 6ra e 7ra) che continuano per tutto il testo (anche se spesso sono stati anch’essi erasi), alcuni esempi di glosse marginali preaccursiane sono ancora visibili soprattutto nella parte finale del codice (‘isole’ di glosse, spesso evidenziate dall’indicazione va- e -cat, sono per es. sopravvissute ai ff. 62vb, 75ra, 76vb, 79ra/b, 79vb, 80ra, 81va, 86ra/b) e, in particolare a partire dal f. 88 (a questo punto infatti sembrerebbe essersi fermata l’opera di rasura). A parte una di queste ‘isole’ (f.75ra), le glosse preaccursiane a Nov. 90 sono state completamente erase (la rasura in questo caso ha interessato anche le interlinee). I margini dovevano però essere qui particolarmente ricchi di glosse a giudicare dalle ombre lasciate dalla raschiatura. È persino possibile ricostruire il testo di un paio di notabilia.
Considerando ciò che rimane, si distinguono comunque almeno tre mani di glosse. La più antica sembra essere quella in inchiostro marrone (P3r). Di questa, nella Nov. 1, rimangono glosse interlineari sempre prive di sigla (la maggiore antichità si deduce dal fatto che in più occasioni la seconda mano interviene per aggiungere la sigla che è sempre la m.). Li dove le glosse sopravvivono anche sui margini, quelle di questa mano portano talvolta le sigle m., Ot. e Cy. Il confronto con gli altri mss. induce a credere che l’antigrafo di cui questo manoscritto è copia dovesse contenere l’apparato standard di Rogerio (forte parentela con Ange’; B2; Es11(2); Es9-R; Len; Liv; O22; W30) arricchito da altri strati, soprattutto con glosse di Cipiano.
La seconda mano, sostanzialmente coeva alla prima ma riconoscibile per l’inchiostro nero e lucido (P3m), riproduce glosse che hanno quasi immancabilmente la sigla m.
Una terza mano (identica a una di quelle che si erano notate a f. 3v) ha poi aggiunto ulteriori glosse (un paio di interlineari chiuse dalla sigla f. nella Nov. 1 e poi marginali come a f. 82rb) e allegazioni, in particolare dal Decretum di Graziano (P3f). Questa stessa mano presenta forti somiglianze con quella che riproduce glosse di Cipriano nei mss. München 3509 e Berlin 271.
22. Paris, Bibliothèque Mazarin, ms. 1410 (antea 452) sigla PM
115 ff. membr.; mm. 386 x 229
fascicolazione: 13, 2-128, 1310, 1412
età: sec. XIII
origine: Francia
provenienza: Reims, Abbazia di Saint-Denis (sec. XIV abate Renerius de Sancto Solio); Paris, Abbazia di Saint-Martin-des-Champs
scrittura: mano unica
testo: mamo 1 (ff. 1ra-21vb e ff. 78ra-85vb), sec. XIII.me; mano 2, sec. XIII.1
ornamentazione: piuttosto ridotta. La parola Imperator in cui si esaurisce l’intera inscriptio di Nov. 1 è formata da lettere capitali in inchiostro rosso e blu alternato. Le rubriche sono sempre in inchiostro rosso, i capilettera alternativamente in rosso e blu come pure le ‘I’ iniziali delle inscriptiones. La decorazione sembra eseguita allo stesso modo in tutto il ms. quindi quando i fascicoli erano già stati uniti.
contenuto:
(ff. 1ra-115vb) Authenticum (sec. XIII)
***
Authenticum
Testo
inc.: Incipit l(iber) novellarum constitutionum. Si heres legata solvere noluerunt. De hereditatibus (sic) et lege falcidia. IMPERATOR <O>ccupatis nobis ... (Nov. 1.pr.)
expl.: .... per omnia custodiri provideat. (Nov. 123.ep.)
nr. delle novv. presenti: 94 (più una ripetuta)
testo: assenti le Novv. 63, 110 e 125
inscriptiones: sempre presenti
subscriptiones: assenti
collationes: indicate (nel marg. sup. con inchiostro rosso e blu)
extravagantes: nessuna
Nov. 8 completa di Notitia, Edictum e Iusiurandum
IX collatio: 118, 119, 120, 127 (ma sotto la rubrica della Nov. 124), 124, 131, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 128, 123 (senza rubrica).
Glosse
I margini sono stati oggetto di rasura e perciò attualmente appaiono per lo più privi di glosse. Rimangono comunque sporadiche tracce delle glosse preesistenti. Sono in inchiostro marrone e le si incontra in particolare nelle interlinee o, in qualche raro caso, molto esternamente sui margini. Relativamente a Nov. 1 si individuano unicamente alcune glosse interlineari, la maggior parte delle quali non hanno riscontri negli altri manoscritti. In qualche caso c’è però coincidenza con le glosse dell’apparato di Rogerio. Un paio di volte c’è piuttosto corrispondenza con la Glossa di Accursio. Non si segnalano glosse per la Nov. 17 mentre una manciata di interlineari e un paio di marginali si leggono in riferimento alla Nov. 90. In tre circostanze le glosse interlineari sono chiuse da una “s.”, forse una sigla.

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