24. | Wien, Österreiches Nationalbibliothek, lat. 2130 (olim ius civ. 19) |
sigla
|
II + 236 ff. membr., mm. --- x ---; quaterni (ff. 193-234
quinterni)
fascicolazione: | quaterniones |
---|---|
età: | secc. XIIex. – XIIIin. |
origine: | Italia |
provenienza: | |
scrittura: | |
testo: | mano 1 - ff. 1ra-191ra; mano 2 - ff. 193ra-234va |
ornamentazione: |
contenuto:
I. | (f. II) - Summula de edendo, inc. Qui agere vult actionem edere debet – expl. Ut C. de litis con. Aut(hentica). Offeratur. |
---|---|
II. | (ff. 1ra-50ra) - Institutiones Glossae anteaccursianae ad Institutiones Accursius, Apparatus ad Institutiones |
III. | (ff. 50v) - Notulae diversae de hereditate et falcidia |
IV. | (ff. 51ra-191ra) - Authenticum Glossae anteaccursianae ad Authenticum Accursius, Apparatus ad Authenticum |
V. | (ff. 191v) - Notae quaedam inter quas distinctiones “Cum animal” et “Cum venditor” a Seckel descriptae reperiuntur |
VI. | (ff. 193ra-234va) - Tres libri (usque ad C. 12,62) Glossae anteaccursianae ad Tres libros Accursius, Apparatus ad Tres libros |
VII. | (ff. 234vb-235r) - Rubricae Trium librorum |
Il codice comprende un Volumen composito e ancora privo dei
Libri Feudorum. Institutiones e Authenticum furono redatti dalla stessa mano e
così pure, successivamente, i relativi apparati accursiani. I Tres libri appartengono a
un’epoca non di molto successiva. Mani diverse hanno invece apposto alle tre parti le
rispettive glosse preaccursiane.
bibliografia:
bibl. Abbondanza, Baldovini, 524; Biener, Novellen, 574-576; Conte, Tres Libri, 143-146; Dydynski 91 n.251; Heimbach, Authenticum, lxiii e sgg. (n.102); Krüger, Praefatio VIII; Patetta, Studi, 322-323; Savigny, Briträge, 109-112; Id., Geschichte, IV 54, 101, 136, 159, 213, 258, 354 n.a, 361, Anh. III, V 109; Torelli, Scritti, 48-50; Wenger, Quellen, 678. |
***
Testo
incipit: | <C>entum viginti et due ... centesima tricesima secunda. In nomine domini Iesu Christi. R/ De heredibus et falcidia. Consitutio prima. R/ <O>ccupatis nobis ... (Nov. 1) |
---|---|
explicit: | ... per omnia custodiri praecipiat. (Nov. 123) |
nr. delle novv. presenti: | 133 (manca la nov. 133, le Novv. 63 e 85 sono ripetute) |
codice: | completo |
inscriptiones: | presenti e quasi sempre integre |
subscriptiones: | presenti saltuariamente |
collationes: | indicate (nel marg. sup. e, talvolra anche all’inizio della prima nov.) |
extravagantes: | tutte presenti ad eccezione della Nov. 133(??) |
Nov. 8 | completa di Exemplar e Iusiurandum (anch’essi con subscriptiones) |
IX collatio: | 118, 119, 120, 125, 124, 130, 131, 128, 127, Ed. VIII, 129, 145, 146, 147, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 11, 13, 21, 63, 85, 123. |
Si tratta secondo lo Heimbach del “miglior manoscritto” (in realtà
in questo senso si era già pronunciato Savigny, Beitrag, 109, ripreso da Biener). in molti
casi al margine della rubrica delle singole novv. si trovano tracce della numerazione greca
delle Novv. (cfr. H. p. lxv). Sempre secondo lo H. la suddivisione per collazioni è stata
fatta in un secondo tempo. A fol. 61va, tuttavia, la mano delle glosse più antiche scrive in
margine alla rubrica della Nov. 7. Infra alia const. In collatione viiii – e poco più sotto:
Infra de alie emp. In coll. viiii (chiaro quindi il rinvio alla Nov. 120 ma soprattutto che
il glossatore aveva già chiara la divisione in coll.: nota che la mano di glosse sembra
contemporanea al testo – v. infra) (rinvii alle collationes anche a f. 67va All’inizio,
incolonnato e scritto con i caratteri del testo (così accade anche per il codice londinese),
si trova lo scolio delle Centum viginti novelle. Sulla scorta di Savigny, H. (lvii)
nota giustamente come l’apparato preaccursiano di cui rimangono tracce, fu copiato da un ms.
che era privo delle extravaganti che sono invece presenti in questo ms. e ciò per via di
alcune annotazioni (“scolii”) che segnalano appunto la mancanza di Novv. in effetti
presenti. Sempre H. ipotizza un legame di derivazione dal ms. di München 3509 (p. lviii).
Sono presenti authenticae.
Testo Oltre allo scolio iniziale delle 122 novv.
Savigny (Beitrag, 110-111) aveva pure notato la presenza nel testo (di seguito a Nov. 23)
delle novv. 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30, 31, 102(32) e 103(33) (e come la serie coincida con
una parte delle extravaganti di M1) e di seguito a nov. 105(34) delle novv. 33(35), 34(36),
35, 36, 37, 38(40), 39(41), 40(42), 42(43), 43(44), 44(44!).
V coll.: 46(46). 48(47), 47(48), 50(49), 51(50), 52(51), 45(52), 53(53), 54(53!), 55(55), 56, 57, 49(58), 58, 59, 60, 61(62), 104, 62, 64(65), 63(66), 65(67), 66(68), 67(68), 68, 71(71), 70, 69(70).
VI coll.: 74(74), 72(75), 73(76), 76(77), 77(78), 78(79), 79(71!), 80(senza R), 81, 82(83), 83,
VII coll.: 84, 85, 87(sine R), 88, 89, 90, 92, 94, 91, 95, 96, 97(70), 99, 100
VIII coll.: 98, 93, 101(sine R), 107, 108, 109, 110, 111, 112, 116, 114, 113, 115, 117.
IX coll. : 118, 119, 120, 125, 124, 130, 131, 128, 127, Ed. VIII, 129, 145, 146, 147, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 11, 13, 21, 63(bis), 85(bis), 123.
. Dopo la nov. 127, seguono: Editto VIII, novv. 129, 145, 146 e 147. Dopo la nov. 143, seguono le novv. 11, 13, e 21 le glosse che segnalano l’assenza di novv.
V coll.: 46(46). 48(47), 47(48), 50(49), 51(50), 52(51), 45(52), 53(53), 54(53!), 55(55), 56, 57, 49(58), 58, 59, 60, 61(62), 104, 62, 64(65), 63(66), 65(67), 66(68), 67(68), 68, 71(71), 70, 69(70).
VI coll.: 74(74), 72(75), 73(76), 76(77), 77(78), 78(79), 79(71!), 80(senza R), 81, 82(83), 83,
VII coll.: 84, 85, 87(sine R), 88, 89, 90, 92, 94, 91, 95, 96, 97(70), 99, 100
VIII coll.: 98, 93, 101(sine R), 107, 108, 109, 110, 111, 112, 116, 114, 113, 115, 117.
IX coll. : 118, 119, 120, 125, 124, 130, 131, 128, 127, Ed. VIII, 129, 145, 146, 147, 159, 134, 86, 106, 132, 143, 11, 13, 21, 63(bis), 85(bis), 123.
. Dopo la nov. 127, seguono: Editto VIII, novv. 129, 145, 146 e 147. Dopo la nov. 143, seguono le novv. 11, 13, e 21 le glosse che segnalano l’assenza di novv.
Glosse
Il precedente apparato deve essere stato sottoposto a rasure. Chi ha
apposto la Gl. ord., tuttavia, ha quasi sempre rispettato almeno le interlineari, le
autenticae, i notabilia e le allegazioni dei precedenti strati. In
alcuni tratti, dove l'apparato acc. non era troppo esteso, ha lasciato sopravvivere
anche isole con glosse vere e proprie. Questo ms. lascia intravedere chiaramente il
lavoro di enucleazione degli estratti (authenticae). Tuttavia non mi pare compaia
mai la sigla di Irnerio. Alle parole ‘a malis iudicibus’ di Nov. 8.11 ca.fi. (fol. 67
marg. Sup.) si legge la seg. Gl. con la sigla M.: Qui igitur sic destinentur in
uincula per preside redacti supplicium summum sustinebunt ey qui huiusmodi precepta
dederint in .xxx. libras auri mulctantur. m.
Nello stesso f. 67va si legge anche: In novellis in quibus causis(?) apuud side tantifori(?) prescriptio non habet. A(lberico?) concordat.
Un’altra gl. sigl. M a fol 70 v sup.
A fol.69v sup trovo la gll. Sulla prescrizione centennale alla nov. 9 (Summa berol., p. 117): y § Ecclesia romana una cum his que sunt constitute sub ea id sortitur priuilegium in perpetuas habeat quascumque competunt ei actiones. Sola prescriptione c. annorum submouenda. Idem in melius dicitur sec. b. Vel si dicatur esse correctum per l. infra de ecclesiasti. t. ut .xl. annorum prescriptione sicut et cetera loca uenerabilia submoueatur michi erit absurdum. (notevole la prosecuzione rispetto alla base irneriana dove si parla di B(ulgaro) e di un ‘michi’ che dovrebbe essere Alberico come suggerisce il senso della seguente ibid.) Hec consitutio secundum anteriorem constitutionem non est mutata seu correcta. Secundum uero capitulum libri nouellarum const. mutata et correcta omnino uidetur. Si quis eam diligenter inspexerat et anteriorem const. que sic incipit Quod medicamenta morbis.(cfr. di nuovo S. Berol., p. 121)
Nello stesso f. 67va si legge anche: In novellis in quibus causis(?) apuud side tantifori(?) prescriptio non habet. A(lberico?) concordat.
Un’altra gl. sigl. M a fol 70 v sup.
A fol.69v sup trovo la gll. Sulla prescrizione centennale alla nov. 9 (Summa berol., p. 117): y § Ecclesia romana una cum his que sunt constitute sub ea id sortitur priuilegium in perpetuas habeat quascumque competunt ei actiones. Sola prescriptione c. annorum submouenda. Idem in melius dicitur sec. b. Vel si dicatur esse correctum per l. infra de ecclesiasti. t. ut .xl. annorum prescriptione sicut et cetera loca uenerabilia submoueatur michi erit absurdum. (notevole la prosecuzione rispetto alla base irneriana dove si parla di B(ulgaro) e di un ‘michi’ che dovrebbe essere Alberico come suggerisce il senso della seguente ibid.) Hec consitutio secundum anteriorem constitutionem non est mutata seu correcta. Secundum uero capitulum libri nouellarum const. mutata et correcta omnino uidetur. Si quis eam diligenter inspexerat et anteriorem const. que sic incipit Quod medicamenta morbis.(cfr. di nuovo S. Berol., p. 121)
Nov.1 Per lo più interlineari (ma molte e
spessissimo coincidenti con gli apparati di B2, Liv e P3). Forse le interl. appartengono
a due mani distinte ma mi riesce impossibile distinguerle (in un caso però mi pare che
una seconda mano aggiunga una allegazione ad una glossa della prima). Della stessa mano
sopravvivono alcuni notabilia e un paio di glosse (una con sigla b.) e
allegazioni soprattutto dal Giuliano. E’ possibile che chi ha dipinto le lettere
colorate degli inizi (capitoli e paragrafi) abbia fatto anche le iniziali dei
notabilia. Se così fosse bisogna inferire che testo e glossa preaccursiana
siano coevi L’impressione è che dovesse trattarsi di un apparato contenente e le più
antiche glosse martiniane e quelle di rogerio (non però quelle di alberico?). Anche la
parentela con Ange' è notevole (si può parlare di una quasi totale coincidenza) direi
che provengono dallo stesso archetipo.
Nov. 17 Accursio copre quasi tutti i margini.
Rimangono pochissime interl., due o tre glosse senza sigla e, soprattutto, i numerosi
notabilia apposti quasi a ogni inizio di paragrafo.
Nov. 90 qualche interl., una manciata di glosse
marginali e soprattutto notabilia molto antichi e assai simili a Wu. L'apparato
però doveva essere quello di Rogerio/Alberico a giudicare dalle gl. vere e proprie. Mi
sorge a questo punto il sospetto che interl. e notabilia siano stati copiati attingendo
da un vecchio apparato con glosse di Martino e Bulgaro poi integrato con glosse di
Alberico che sono quelle che sono andate quasi del tutto perdute. Non si tratterebbe
perciò di un testimone diretto della prima esegesi, quanto piuttosto della terza
(Alberico) che per via delle rasure risulta essere un testimone indiretto solo della
prima.
Spigolature
a f. 80vb dopo le parole «antenuptialem donationem lucrabitur» di
Nov. 22.14(20), nel testo, si legge: hoc cap. innovatum est per constit. pib’ (ma pis)
kp. I. (il num.greco rinvia a Nov. 116.1; si tratta di uno scolio tardoantico Si
riferisce al testo che segue?). Accanto alle successive parole della nov. «Haec itaque
sacratissimus Costantinus», sul marg. Si legge la gl. Hoc capitulum est innovatum. Di
nuovo nel testo, dopo le parole «referri eius qui succubuerit» di Nov. 22.15.pr.(13) si
legge: Lege. pis. novellarum kp. II. (forse rinvia a Ep. Iul. 117.2). [cfr Heimbach, p.
218 ad vv.]
27. | Wien, Österreiches Nationalbibliothek, lat. 2261 |
sigla
|
I + 295 ff. membr. (ma numerati 296), mm. 410 x 240
fascicolazione: | 12 (Iv + 1r/v, ff. di guardia); 2-78, 82 (Institutiones); 9-298, 306 (Infortiatum); 31-398 + 406 (Authenticum); 412 (925r/v + 296r, ff. di guardia) |
---|---|
età: | sec. XII.2 |
origine: | Italia settentrionale |
provenienza: | Salzburg, Dombibliothek (XV sec.); Vienna, Hofbibliothek (sino al 1806) |
scrittura: | |
testo: | omogeneo |
ornamentazione: | la decorazione è dettagliatamente descritta da Hermann (www.manuscripta-mediaevalia.de/) che parla di dipendenza da modelli del sec. XIII.2 ed ha la medesima origine in tutte le componenti del codice. Illuminate in rosso e blu e con motivi naturalisti e/o geometrici le iniziali di ogni libro. Anche le iniziali delle singole leggi sono quasi sempre illuminate secondo modelli simili. |
contenuto:
I. | (ff. Iva-1va) Liber extravagantium Gregorii IX fragmentum (sec. XIV) |
---|---|
II. | (ff. 2ra-43va) Institutiones (sec. XII.2, Italia, Bologna) |
III. | (ff. 44ra-217vb rectius 216) Infortiatum (sec. XII.2, Italia, Bologna) |
IV. | (ff. 218ra-295vb rectius 217-294) Authenticum (sec. XII.2, Italia, Bologna) |
V. | (ff. 296ra-297rb rectius 295-296) Liber extravagantium Gregorii IX fragmentum (sec. XIV) |
Descrizioni - Dydynski 90 nr. 249; Heimbach,
Authenticum, p. LXX nr.105 (che però non ha visto il ms.); H. J. Hermann, Die
italienischen Handschriften des Dugento und Trecento. Teil. 1: Bis zur Mitte des 14.
Jahrhunderts, [Beschreibendes Verzeichnis der illuminierten Handschriften in
Österreich. V. Bd.: Die illuminierten Handschriften und Inkunabeln der Nationalbibliothek in
Wien] Leipzig 1928, pp. 13- 14
Bibliografia - Seckel, Distictiones, p. 347; Torelli, Scritti, p. 40, 46 nt.; Weigand, Naturrechtslehre, pp. 32, 67, 84, 86; Caprioli et al., Glosse preaccursiane, pp. 8, 18; Caprioli, Schedario, p. 127 nt.; Errera, Arbor actionum, ad ind.; Macino, Istituzioni, 173-177 |
***
Testo
incipit: | In nomine domini nostri Iesu Christi. Incipit liber domini nostri Iustiniani sacratissimi principis auctenticorum. De heredibus et falcidia. R/. Si heres legata solvere noluerit. R/. Constitutio imperatoris Iustini(!) augusti. PREoccupatis(!) nobis ... (Nov. 1.pr.) |
---|---|
explicit: | .... per omnia custodiri provideat. (Nov. 123.ep.) |
nr. delle novv. presenti: | 95 |
testo: | la Nov, 3 si interrompe anticipatamente; assenti le Novv. 63 e 110 |
inscriptiones: | presenti ma non sempre e spesso in forma abbreviata |
subscriptiones: | assenti (con isolate eccezioni) |
collationes: | indicate (nel marg. sup.) con numeri ordinali |
extravagantes: | assenti |
Nov. 8 | con Notitia e Iusiurandum ma senza Edictum |
IX collatio: | 118: 118, 119, 120, 125, 124, 131, 127, 159, 134, 106, 132, 143, 86, 125 (ripetuta ma senza rubrica), 128, 123 |
Glosse
Oltre alle due mani di glosse sono comuni anche a Institutiones e
Infortiatum, nell’Authenticum si incontra una terza mano, forse la stessa del testo,
riporta a margine le rubriche dei corrispondenti capitoli dell’Ep. Iul. La mano di
glossa più antica (W2) riproduce sicuramente una prima stesura dell’apparato di Rogerio
(oltre alla R. l’unica sigla presente è la y.). Il testo delle glosse appare spesso più
scorretto che in altri testimoni. La seconda mano (W2’), in inchiostro più chiaro della
prima ma non semplice da distinguere, aggiunge (non sempre) i segni di richiamo e,
forse, aggiunge la sigla y. a un paio di glosse della precedente.